Scopri Arquata del Tronto
Avviso:
le info di seguito sono state redatte prima del Terremoto del 26.08.2016.
Il borgo e le sue frazioni sono ancora in fase di ricostruzione (la frazione di Pretare è stata quasi rasa al suolo dall'evento sismico) e molti dei sui abitanti si trovano ancora ospiti in diversi comuni della vallata.
Info
Il territorio di Arquata del Tronto, la città dei Due Parchi, si trova all'interno del Parco dei Monti Sibillini e del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, al confine con 3 regioni: Abruzzo, Lazio ed Umbria.
Arquata del Tronto con la sua fortezza, recentemente restaurata, domina la SS Salaria dalla quale è raggiungibile sia da Roma che da Ascoli Piceno, mentre alle sue spalle, verso nord, si staglia imponente il Monte Vettore.
Il comune di Arquata si compone di dodici frazioni che hanno mantenuto quasi inalterato l'aspetto dei tipici insediamenti montani, dando l'impressione che il tempo si sia fermato. L'appartenenza del territorio di Arquata al Parco dei Monti Sibillini e a quello dei Monti della Laga, ha trasformato la sua economia, come del resto a tutto il territorio montano. Oltre alla produzione di tartufi, funghi, legumi, castagne, trote di torrente e carni di ovini si è aggiunto anche il turismo. Ai villeggianti viene offerta la possibilità di praticare parecchi sport montani quali treking, parapendio, alpinismo, sci alpino e di fondo e di gustare i piatti della locale tradizione gastronomica.
Storia
Le prime notizie storiche sull'esistenza di Arquata risalgono all'epoca romana. Da quanto riportato dalla "Tabula Peutingeriana" (risalente al III secolo d.C.) quasi certamente si tratta dell'abitato di "Surpicanum". La rocca di Arquata (XIII secolo) circa mostra l'importanza strategica del borgo nel periodo medievale. Legata alla città di Ascoli, nel XV secolo passa nelle mani di Norcia e, in età napoleonica, nella giurisdizione di Spoleto. In questo periodo la rocca viene ulteriormente ristrutturata e fortificata. Successivamente, lo Stato Pontificio la riporterà nell'orbita di Ascoli.
Da vedere
Castello di Arquata
La rocca di Arquata risale al XII secolo, ma venne fortificata e modificata tra XIV e XV secolo. Si trova staccata dal centro abitato unita solo dalla cinta muraria, di cui è rimasto un breve tratto e Porta S. Agnese. Si compone di tre torri: una a pianta circolare di cui rimangono pochi resti, una a base quadrata e l'altra a base esagonale, entrambe ben conservate e coronate da una merlatura a coda di rondine. Una cinta di mura delimita un piccolo cortile interno utilizzato forse per gli alloggi dei soldati. Si narra inoltre che nella rocca fu ospitata la regina Giovanna d'Angiò di Napoli con la sua corte.
Chiesa di S. Francesco - Fraz.Borgo
Composta da due navate, la chiesa è ricca di arredi sia lignei, come il soffitto, il pulpito, la cantoria e i confessionali risalenti al XVI e XVII secolo, che pittorici come: la Madonna del Rosario, di arte romana, su tela e il " Transito di S. Giuseppe e S. Carlo Borromeo" alla maniera del Maratti, sempre su tela. Conserva inoltre una statua in legno del XVI secolo di S. Antonio da Padova ed un affresco di Madonna col Bambino di un seguace di Cola d'Amatrice.
Chiesa di S. Agata di Spelonga - Fraz. Spelonga
Costruita nel XV secolo, ospita al suo interno varie opere: Madonna col Bambino in terracotta di Sebastiano Aquilano del XVI secolo, la Madonna di Loreto del 1483, S. Agata e S. Leonardo, S. Bernardino datata 1482 e altre tre figure di sante, affreschi realizzati quasi certamente da Panfilo da Spoleto. Datati 1544, sono invece tre affreschi che raffigurano il Cristo in trono, Angeli ed un Allegoria della purificazione e salvezza dei defunti, che forse erano parti di una sola opera. Alcuni di questi affreschi del XV e XVI secolo provengono dalla demolita chiesa di S. Maria in Collepiccioni, come l'altare in noce intagliato risalente al 1631. All'interno, alla destra dell'altare maggiore, è conservata parte di una bandiera turca che la tradizione vuole sia stata presa al nemico da un gruppo di abitanti di Spelonga, che parteciparono alla battaglia di Lepanto (1571).
Chiesa SS. Annunziata
All'interno di questa chiesa è conservato un crocifisso in legno di epoca duecentesca. L'opera è stata realizzata da due monaci benedettini, Raniero e Bernardo, ed in origine si trovava nella chiesa di S. Salvatore di Sotto ad Ascoli. Venne trafugata nel XVI sec. durante una delle tante lotte tra ascolani e arquatani.
Chiesa della Madonna del Sole - Fraz. Capodacqua
La chiesa, costruita nel 1528, è di forma ottagonale. Conserva all'interno affreschi cinquecenteschi di diversi autori locali tra cui l'Assunzione della Vergine.
Chiesa della Madonna della Neve - Fraz. Faete
Affreschi cinquecenteschi alla maniera dell'Alamanno e di Panfilo da Spoleto.
Chiesa di S. Silvestro - Fraz. Colle
Affreschi del 1511.
Chiesa di S. Matteo - Fraz. Faete
Affresco di Madonna col Bambino, Santi e Pietà attribuito a Panfilo da Spoleto.
Manifestazioni
Festa Bella e rievocazione della Battaglia di Lepanto
Questa rievocazione triennale (ultima edizione 2001) si svolge a Spelonga, frazione di Arquata, a ricordo della Battaglia di Lepanto (1571) nella quale la flotta cristiana sconfisse gli Ottomani. A quell'evento parteciparono centocinquanta abitanti di Spelonga, i quali riuscirono a conquistare una parte di una bandiera turca, che viene conservata nella chiesa di S. Agata. Quindi ogni tre anni circa 150 spelongani vanno sui Monti della Laga, abbattono un abete di almeno trenta metri e lo trasportano nella piazza del paese. Questo diventerà l'albero maestro di una nave turca che verrà costruita attorno al tronco sulla cui sommità verrà piazzata una copia della bandiera turca originale.
Fiera del Perdono
Discesa delle Fate dal Monte Vettore.
Si svolge ogni tre anni (ultima edizione nell'anno 2000) in occasione della Festa di S. Rocco a Pretare, frazione di Arquata. La leggenda vuole che le Fate fossero delle stupende creature al servizio della Sibilla, dalle sembianze femminili ma con le zampe di capra. Esse scendevano di notte in paese ad allietare i pastori che vi abitavano ma scappavano alle prime luci del giorno per non far scoprire le loro doppie sembianze. Finché un cavaliere sconfisse la Sibilla ed i suoi poteri magici, liberando le Fate dall'incantesimo che sposarono i pastori e diedero vita a Pretare.
Alla Corte della Regina Giovanna
La rievocazione consiste in un corteo che, partendo dal Castello, scende fino al luogo del banchetto che si celebra ogni anno in onore della regina, tra canti, antiche libagioni, balli e suoni. Si svolge ad Arquata, in coincidenza della Quintana, per ricordare, come racconta la tradizione, il soggiorno presso il castello di A. della regina Giovanna d'Angiò.